lunedì 28 dicembre 2015

Natale, biscotti e ricordi...


Il periodo natalizio, si sa, è particolare e ricco di significati che, possono essere diversi per ognuno di noi.
Porta con se tutta una serie di ricordi, di momenti della nostra vita che riemergono propotentemente in questi giorni, spesso anche contro la nostra volontà.
Ci tornano così alla mente i Natali passati (avete presente Scrooge?) e con loro tutte le persone che hanno fatto parte della nostra vita e che oggi purtroppo non ci sono più.
Visto che in questo blog si parlerebbe di cibo, il ricordo che voglio condividere questa volta è anch'esso legato a qualcosa da mangiare e, nello stesso tempo, ad una persona che, purtroppo, manca da qualche anno. 
Chi come me, ha frequentato o frequenta forum di cucina, sa che nel periodo natalizio risalta fuori ogni anno il "tormentone" dei biscotti di Natale che si riferisce ad una usanza piuttosto in voga in alcuni paesi europei tipo Germania e l'Austria ma anche in alcune regioni italiane come il Trentino, ma che viene ormai ripresa un pò ovunque.
Tale usanza consiste nella preparazione, in casa, di diverse tipologie di biscotti, burrosissimi ovvio, da regalare poi a parenti e amici in piccole e curate (più o meno) confezioni, sempre realizzate a mano.
Uno dei forum di cucina che ho maggiormente frequentato e amato e che tante cose mi ha insegnato in questa materia è Coquinaria. A questo forum continua a legarmi un affetto particolare perchè, come credo succeda in molti di questi "luoghi del web", grazie ad esso ho intessuto una serie di amicizie, molte non solo virtuali, con persone che hanno arricchito il mio bagaglio culinario ma soprattutto la mia vita.
Stasera vi lascio  la ricetta dei "Chiffeletti di Cansado" gli unici biscotti che ho preparato per il Natale appena passato.
Marco, "Cansado" appunto, era un amico, purtroppo conosciuto solo virtualmente su Coquinaria, e scomparso prematuramente nel dicembre del 2011.
Fu un dicembre bruttissimo, rattristato ancor di più dalla notizia della scomparsa di Marco che lasciò tutti quelli che lo avevano anche solo incrociato sul web sgomenti e con un grosso macigno sul cuore.
Purtroppo, proprio come nella vita reale, anche le persone conosciute in rete a volte ci lasciano prematuramente e proprio come nella realtà non si è mai pronti ad accettare queste cose.
Forse per questo motivo quel Natale del 2011 mi misi all'opera e preparai enormi quantità di chiffeletti. Il mio cuore e le mie mani sentivano di doverlo fare e così fu.
Da allora mi è capitato spesso di rifarli, prima di Natale ovviamente, quasi sempre nella versione alle mandorle, la più gradita a casa mia, e di regalarne un pò. Peccato che ci li riceve non sappia che il motivo per il quale li preparo è affettivo più che goloso (ma sono buonissimi fidatevi) ed anche un pò egoistico, perchè sfornando questi profumati biscottini mi sembra quasi di colmare i vuoti che la vita crea.
I chiffeletti di quest'anno erano per Marco, per Pina e per tutti quelli di cui possiamo sentire la mancanza nella nostra vita...

Chiffeletti di Cansado o Vanillkipferl
300 gr di farina 00
250 gr burro
125 gr zucchero
125 gr farina di noci, nocciole o mandorle
3 tuorli
vaniglia o acqua di rose o di fiori d' arancio
zucchero a velo
Far ammorbidire il burro a temperatura ambiente e impastare velocemente tutti gli ingredienti. Formare una palla e tenerla in frigo almeno un'ora fino al massimo di un giorno. Estrarla dal frigo e dividerla in due parti uguali. Dividere queste due parti a metà e così via fino a formare 64 pezzi e da ciascuno ricavare poi delle lunette. Cuocere in forno a 160 gradi non più di 15 minuti (non devono prendere colore). Aspettare che si raffreddino prima di maneggiarli. Cospargerli di zucchero a velo e metterli a strati in una scatola di latta. Migliorano col passare dei giorni (se ci arrivano...)

sabato 21 novembre 2015

Marmellata di zucca al cardamomo e pepe nero...a modo mio.


Come sempre un pò in ritardo sono qui a raccontarvi qualcosa. Non che la cosa interessi a molti, per carità, ma si sa, ai giorni nostri noi logorroici abbiamo trovato un ulteriore modo per dare sfogo alla nostra irrefrenabile voglia di parlare, chiacchierando, spesso da soli, in questa sorta di moderno confessionale che è la rete.
Vi racconto oggi il mio esperimento con la zucca, proprio nel giorno di Halloween, novella quanto inutile (e commerciale) festa mutuata dai cugini anglofoni. 
Mentre molti si preoccupavano di dover scegliere tra "dolcetto o scherzetto" io, impermeabile alle nuove usanze, quasi nostalgica di un non troppo lontano passato in cui le stagioni non erano scadenzate dalle campagne pubblicitarie e al Natale si cominciava a pensare dopo l'8 dicembre e non dopo Halloween, nella mia piccola cucina provavo a trasformare questo prodotto di stagione che nell'immaginario dei più giovani viene, quasi esclusivamente, associato alla suddetta ricorrenza.
Avevo in dispensa, oltre alla grande zucca procuratami da mia mamma, i tanto desiderati semi di cardamomo, regalo di un'amica. 
Il solito veloce giro in rete ma la maggior parte delle marmellate di zucca richiedeva tempi di cottura abbastanza lunghetti. Volevo qualcosa di diverso, che si avvicinasse alle mie adorate marmellate di Madame Ferber, ma niente.
Quindi che si fa? Una prova, ovvio!
E' nata così la marmellata di zucca al cardamomo e pepe nero a modo mio, ottima per accompagnare formaggi, soprattutto stagionati.
Marmellata di zucca con cardamomo e pepe nero e pecorino lucano stagionato.

Marmellata di zucca al cardamomo e pepe nero secondo il metodo Ferber... a modo mio
1 kg di zucca già pulita
650 gr di zucchero
200 ml di acqua 
il succo di mezzo limone
semi di cardamomo
pepe nero in grani
Per prima cosa tagliate a pezzetti abbastanza piccoli la zucca, ponetela in un contenitore capiente e preferibilmente con coperchio. Aggiungete l'acqua, lo zucchero, il succo di limone, il cardamomo e il pepe. Lasciate a macerare almeno un'ora e dopo aver trasferito il tutto in una capiente pentola, preferibilmente bassa, portate a bollore per pochi minuti.
A questo punto versate nuovamente tutto nel primo recipiente, coprite con un figlio di carta forno e richiudete. Quando sarà freddo, conservate il recipiente in frigo per almeno 24 ore. Passato questo tempo dovreste riportare la zucca a bollore ma io, per dimenticanza, non l'ho fatto.
Ho ripreso il contenitore dal frigo dopo due giorni interi e a quel punto, dopo aver eliminato la maggior parte dei semi di cardamomo e dei grani di pepe nero, ho fatto cuocere la zucca macerata e il suo liquido fino al bollore. Nel procedimento di Madame Ferber la frutta viene aggiunta allo sciroppo dopo il raggiungimento del 105° ma in questo caso, avendo la zucca una consistenza più dura, ho lasciato cuocere insieme. Dopo i primi bollori ho separato la zucca dallo sciroppo e ho fatto raggiungere a quest'ultimo i fatidici 105°.
A questo punto ho aggiunto nuovamente la zucca, lasciato cuocere ancora un pò e dato due o tre passate di frullatore ad immersione.
Ancora qualche minuto e dopo la prova piattino, se volete, potrete invasare la marmellata nei vasetti precedetemente sterilizzati in forno per una decina di minuti a 130°. Facendo attenzione a non ustionarvi richiudete i vasetti e capovolgeteli su un panno lasciandoli così fino al raffreddamento.

lunedì 9 novembre 2015

Alla scoperta dell'Asiago Dop e non solo...

Anche se con un pò di ritardo, voglio raccontarvi la bellissima esperienza vissuta il 29 e 30 ottobre scorsi al ristorante "Gli Scacchi" a Casertavecchia, che per la prima volta mi ha visto partecipe dell'organizzazione di un evento nel mondo del food che tanto mi appassiona e mi diletta.
Il patron Gino Della Valle, con la collaborazione del giornalista enogastronomico Vincenzo D'Antonio, ha dato vita ad un interessante percorso degustativo che ha avuto come protagonista indiscusso l'Asiago Dop, proveniente dall'altopiano di Asiago, nelle sue diverse stagionature, fresco o "pressato", mezzano (4 mesi), vecchio (12 mesi) e stravecchio (24 mesi).
Le due serate si inseriscono in una serie di eventi che il ristorante "Gli Scacchi" proprone con buona frequenza, volti a promuovere generalmente il territorio campano e i suoi prodotti, anche grazie alla superba cucina della chef Marilena Giuliano che riesce a coniugare nei suoi piatti territorialità, stagionalità e competenza, senza disdegnare eccellenze "non locali", come nel caso in esame.
Entrambe le serate hanno avuto inizio con un laboratorio durante il quale le 4 "varianti" del formaggio, tutte di alpeggio, sono state degustate con grandi abbinamenti; nello specifico, la prima sera in abbinamento allo Sforzato della Valtellina "Il Montescale" DOCG 2009, azienda "Nobili", un raffinato rosso ottenuto da uve nebbiolo, mentre la seconda sera ha visto l'accostamento alle grandi birre proposte da Gilberto Acciaio, Master Biersommelier dell'Akademie Doemens di Grafelfing.
L'asiago e il "Montescale"
L'asiago e le birre, con Gilberto Acciaio
 A seguire, in entrambe le serate, due grandi cene della chef  Marilena, che con la sua abilità, è riuscita a coniugare prodotti del territorio campano e presidi slowfood alle varie stagionature del formaggio d'alpeggio, dimostrando che ai fornelli non esistono confini territoriali.
Gli antipasti.

I primi piatti delle due serate.

I secondi.

I dolci
Le due cene sono state arricchite dalla presenza di due winemakers campani che, con i loro eccellenti vini, hanno contribuito ad allietare la già piacevolissima atmosfera.
Giovedì 29 Francesco Rao, con i suoi vivaci "Pallagrello" in versione bianca e nera, ci ha fatto conoscere la sua azienda che ha sede alle porte di Caiazzo.
Francesco Rao e i suoi vini.
Venerdì 30 è stata la volta di Antonio Papa, che ci ha presentato due etichette, il "Conclave" e il "Campantuono" della sua cantina, facendoci consocere la versione "moderna" di uno dei vini più antichi del mondo, il Falerno.
 
Antonio Papa e il suo Falerno.
La partecipazione a serate come queste dimostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che "mangiare consapevolmente", conoscere la storia nascosta dietro ogni prodotto, ogni pietanza, aumenta la "percezione" del cibo, allietando la testa, oltre che lo stomaco.



Gli Scacchi

Via Provinciale per Casertavecchia, 3
81100 Caserta
0823371086
3478260155

venerdì 30 ottobre 2015

Galamella Day. Napoli 24 ottobre 2015

Sabato 24 ottobre si è svolto a Napoli, nelle sale di Gourmet a Via Alaberdieri, il primo Galamella Day, una sorta di "battesimo" o presentazione, che dir si voglia, della crema alle nocciole campana, al grande pubblico.
La Galamella, come orami molti già sanno, è una crema di nocciole e cacao che fa degli ingredienti selezionati e di alta qualità il suo punto di forza e di distinzione da altre creme al cioccolato anche più famose.
Nata da una idea, un sogno, dell'imprenditore (lui preferisce impresario) campano Dario Meo, già da tempo impegnato in un progetto che lo ha portato a realizzare, con il marchio "Galameo" prodotti di altà qualità, destinati per lo più ad un pubblico giovane, quali biscotti, che riprendono l'idea (e gli ingedienti) del frollino fatto in casa, sughi di pomodoro e pasta.
Dario ha deciso di andare ancora oltre, cercando di realizzare un prodotto molto amato dal pubblico dei bambini/ragazzi, quale appunto la crema al cioccolato ma realizzando, nello stesso tempo, una eccellenza che ben si distingue dagli altri in commercio.
Nella Galamella troviamo oltre il 40% di nocciole avellane, cacao di ottima qualità e addirittura olio extra vergine di oliva.
Al lancio del prodotto hanno partecipato nomi importanti dell'enogastronomia campana, quali Antonio Tubelli, volto simbolo della gastro-cultura partenopea, Antonio Lucisano, con un dibattito moderato dalla giornalista Dora Sorrentino e Tommaso Luongo dell'Ais Napoli nonchè Giudice internazionale del cioccolato che ha guidato i presenti in una analisi comparata tra la Galamella e la Nutella.
Ovviamente anche alla luce di questa comparazione, la Galamella è risultata più apprezzabile al gusto, all'olfatto (con uno spiccato gusto e profumo di nocciole) e anche alla vista.
La giornata è andata avanti con degustazioni, laboratori, lezioni per bambini e momenti di divertimento con giochi e la presenza della mascotte dell'azienda Daddà Galameo.
Nel corso della mattinata si è parlato anche di un ulteriore progetto, la cosiddetta Galabomba, il Galaspot!
Una nuova inziativa di Dario che, prendendo spunto dall'ultima di casa Ferrero, le etichette nei vari dialetti italiani, mira a realizzare uno spot in napoletano per un prodotto napoletano, volendo inoltre ricordare, ai cugini piemontesi, e non solo, che nel caso del napoletano appunto, non di dialetto si tratta ma di lingua, riconosciuta dall'Unesco e quindi impropriamente paragonata ai dialetti.
Sarà possibile quindi per gli amanti della Galamella realizzare un breve video (circa 15 secondi) in cui si parla del prodotto in napoletano e inviarlo via mail alla Galameo.
I più belli verrano pubblicati sulla pagina  Facebook della Galamella e quello che riceverà più "Mi piace" verrà premiato al Santa Calus Village, che quest'anno si terrà alla Mostra d'Oltremare.
Le idee di Dario Meo si esauriscono qui? Giammai...
A breve partirà la campagnia volta a sensibilizzare ragazzi e genitori per evitare il consumo della pizza Wurstel e patatine, insieme ad un altro grande volto dell'enogastronomia campana quale Gino Sorbillo.
Insomma tante Galaidee stanno nascendo da un "Galaragazzo" napoletano, con la passione per il cibo buono e sano.


domenica 11 ottobre 2015

Crivella...che fico!

L'estate è finita e le vacanze sono ormai solo un vago ricordo ma, forse proprio il clima ormai autunnale, mi fa tornare alla mente ricordi di piacevoli serate agostane.
Uno degli incontri estivi, "gastronomici", ma anche e soprattutto "umani", che di sicuro ricorderò con più piacere è stato quello con il maestro del gelato Enzo Crivella, patron della omonima gelateria "Crivella" appunto, in quel di Sapri, cittadina che segna il confine tra la Campania e la Basilicata, famosa per la "Spigolatrice" ed ultimo comune del Cilento.
Enzo Crivella con il suo bel chiosco tiene alto il nome di questa terra, realizzando da anni, come del resto già faceva suo padre, un prodotto che sa esaltarne, profumi, colori e sapori.
Il suo amore per il Cilento traspare dai suoi occhi e dalle sue parole quando parla della promozione di un territorio che gli appartiene e a cui lui sente di appartenere, dei suoi prodotti, degli ingredienti che costituiscono la base dei suoi gelati, uno tra tutti il fico bianco del Cilento, che per lui viene appositamente coltivato e raccolto a Morigerati. 
La sua passione lo porta a muoversi attivamente per la promozione del territorio tanto da organizzare il Festival del Gelato Mediterraneo che si terrà a Sapri la primavera prossima e richiamerà importanti nomi del settore.
Non a caso, con la sua "Terrazza Crivella" da lustro alle serate sapresi come solo un appassionato come lui potrebbe fare.
Durante la scorsa estate sono state diverse le serate in cui il maestro Crivella ha fatto arrivare a Sapri alti maestri della pasticceria campana, unendo le loro produzioni ai suoi gelati a base di eccellenze cilentane.
E' nata così la serata con il maestro Sabatino Sirica, durante la quale al famoso babà del grande pasticcere napoletano si è accostato l'ottimo gelato di Crivella.
Altra serata in cui pasticceria e gelateria hanno celebrato un perfetto "matrimonio" è stata quella a cui ha partecipato la bravissima pasticcera Carmen Vecchione della pasticceria "Dolciarte", che ha visto l'accostamento del suo sofficissimo panettone al gelato ai fichi bianchi del Cilento.
I suoi gelati sono eccellenti e non  è facile scegliere tra i tanti gusti, soprattutto se si arriva lì con l'intenzione di assaggiare il gelato ai fichi e poi si scopre che i gusti sono tanti e tutti ugualmente eccezionali, con vette altissime come il "Setteveli" cavallo di battaglia della gelateria o il particolarissimo "Diamante rosso" a base di cioccolato fondente e peperoncino.
Fico bianco del Cilento.

"Cilento", con fichi caramellati.
Vari gusti del "Crivella"
Il mitico "Setteveli"
Il maestro Crivella con il panettone di Carmen Vecchione.
Il maestro e la sua creazione.
"Il matrimonio perfetto", gelato al fico bianco del Cilento e il "panettonetuttol'anno" di Carmen Vecchione.
Un grande uomo ed un grande gelatiere, in grado di trasmettere con le sue parole e, attraverso i suoi prodotti, la passione per il suo lavoro e l'amore per la sua generosa terra.

Gelateria Crivella
Corso Italia, 54
Sapri

mercoledì 9 settembre 2015

Una dea nel tempio...



Magiche suggestioni notturne nella serata di ieri 8 settembre 2015, nel "Tempio di Nettuno" di Pozzuoli, grazie all'evento organizzato nell'ambito delle manifestazioni legate a "Malazè", dalla giornalista Laura Gambacorta in collaborazione con il maestro Ciro Coccia della pizzeria "La dea bendata".
E non poteva esserci migliore location per valorizzare in pieno l'enorme potenziale artistico e storico della terra flegrea in questo caso, muovendosi all'interno del circuito di "Malazè", ma direi della Campania tutta in realtà che, come pochi altri luoghi al mondo, vanta scenari e beni di immensa portata. 
Da queste parti tutto parla di storia, di antiche gesta, quasi si ha timore di calpestare questi suoli che evocano splendori e grandezze del passato.

Questa la locandina della serata, che ha visto il maestro Coccia e la sua squadra realizzare ininterrottamente per ore ottime pizze al forno e montanare, ma nella quale altre prelibattezze flegree e non solo, quali i "cuoppi" di "Tuna Restaurant" e i dolci e gelati di "Mennella", hanno deliziato un pubblico accorso più che mai numeroso.


Il maestro Ciro Coccia

La Margherita

Olio pomodoro e basilico


La squadra dei fritti e le montanare

I vini

I pani
 E per finire in bellezza...
Le "magie" alcoliche di "Nautilus"

I liquori di "Antica Distilleria Petrone"
Qualche suggestione dal tempio...




Ancora grazie a Laura Gambacorta, Ciro Coccia e Malazè per aver reso possibile tutto questo.














domenica 23 agosto 2015

Un "Piccolo Paradiso".

Oggi vi segnalo un posto perfetto per una sosta, sia a pranzo che a cena, sempre nella zona dell' Alto Tirreno Cosentino. Si tratta del Ristorante "Piccolo Paradiso" a San Nicola Arcella, raggiungibile percorrendo la SS 18 che collega tutti i paesi della zona costiera. Solo per il panorama che potrete ammirare una volta arrivati qui vale la pena fermarsi. Il locale si affaccia su un promontorio da cui si scorge tutto il golfo di Policastro fino a Capo Palinuro. Calabria, Basilicata e Campania unite dallo stesso mare per un colpo d'occhio davvero entusiasmante. Durante il giorno è possibile usufruire anche della bella piscina e poi soffermarsi per il pranzo. Di sera oltre ai gustosi piatti di terra e mare troverete anche la pizza.

La cucina del "Piccolo Paradiso" è una cucina tradizionale, dai gusti sinceri, prevalentemente di pesce, ma non solo, che non manca però del guizzo creativo della cuoca e titolare che di anno in anno è riuscita a far crescere la popolarità del locale nella zona.

Già dagli antipasti la scelta varia tra terra e mare. Ottimi i fritti, comprese le tradizionali polpette di melanzane, le verdure in pastella o le croccanti chips di patate che accompagnano alcuni piatti.


Per i primi avrete l'imbarazzo della scelta. Tutti molto validi, accompagnati in particolare da frutti di mare e crostacei.  Molto buoni gli gnocchi fatti in casa. Da provare sicuramente quelli "Piccolo Paradiso".

Buoni i secondi, tra cui spiccano le fritture di paranza e le grigliate.


Buona scelta di dolci, almeno 3 o 4 diversi ogni giorno, in prevalenza, ma non solo, al cucchiaio, per chiudere in dolcezza il pasto.

Qualche bottiglia locale e campana, soprattutto bianchi, con giusti ricarichi.
Insomma, come già detto, sosta consigliata, per il cibo, per la vista, per l'atmosfera rilassata e rilassante che troverete pranzando o cenando a bordo piscina con davanti agli occhi un panorama stupendo, magari seduti su questa panchina dalla quale sembra si siano appena alzati i fidanzatini di Peynet.

Ristorante Pizzeria "Piccolo Paradiso"
Località Vannefora
87020 San Nicola Arcella
0985 300045
333 9906301
Aperto da giugno agli inizi di settembre

giovedì 13 agosto 2015

Osteria con cucina "'u Cafìsu"


Agosto, tempo di vacanze, di cene con gli amici, di nuovi posti da visitare, di nuovi locali da provare. Per molti questo periodo vuol dire tornare a casa, trascorrere qualche settimana nei propri luoghi di origine. Per me significa tornare in Calabria, in particolare nella Riviera dei Cedri, primo tratto della lunghissima costa calabrese che si estende dal Tirreno allo Jonio. Una manciata di chilometri di costa caratterizzata da bellezze naturalistiche di non poco conto, separata dal Cilento solo dalla bellissima Maratea. Il visitatore che arriva da queste parti per la prima volta viene subito attratto dall'isola Dino, che si staglia imponente davanti alla lunghissima spiaggia di Praia a Mare. A seguire la particolarità dell'Arco Magno e delle altre spiagge di San Nicola Arcella e così via proseguendo, fino ad arrivare a Diamante e ancora più giù, a Paola famosa per il Santuario di San Francesco.
La zona, sovraccaricata dal boom edilizio degli anni '80, in estate è meta vacanziera molto affollata: fortunatamente resistono ancora, sia verso il mare che risalendo verso le colline, piccoli borghi nei quali è possibile distaccarsi un pò dalla massa. Uno di questi è il centro storico di San Nicola Arcella che, seppur molto frequentato, consente di trascorrere qualche ora di relax anche grazie ai bei localini  che negli ultimi anni sono sorti nelle piazzette e nei vicoletti.
Proprio nella piazzetta si trova l'Osteria con Cucina "'u Cafìsu", piacevole scoperta degli ultimi giorni. Il localino, oltre ad essere grazioso, si propone come qualcosa di innovativo in zona, dove ahimè, in tema di turismo e ristorazione, molto abbiamo ancora da impare dal vicino Cilento.

La location è carina e ben curata. Si comincia subito con un piccolo benvenuto, cosa che in non tutti i ristorante è "abituale". Un prosecco rosato accompagna delle mini bruschette: notevole quelle al pesto di finochietto selvatico.
Buona scelta di antipasti, con piatti crudi e cotti sempre ben curati.
La voglia di stare al passo con i tempi si nota dal fatto che qui tra i primi, oltre ai classici frutti di mare (che pur troverete e di cui rimarrete soddisfatti), potrete provare delle ottime "bavette con pesto di rucola, calamari e gamberi", o il "chitarrino con pescatrice, zucchine e tartufo", "carbonara di tonno" e altro ancora.
Tra i secondi, "tentacoli di polpo arrosto con cipolle borrettane, balsamico e cipolle in agro", "gamberoni al vapore e mousse di gamberi", freschissimo tonno con melanzane e menta, "spada alla eoliana" e tanto altro. 
Buone etichette, incentrate soprattutto al sud, con rincari onesti e possibilità (sempre gradita) di scegliere al calice. Personalmente ho bevuto il greco frizzante "Chrìsos" della Cantina Ippolito 1845, monovitigno della zona di Cirò: piacevolissima scoperta.

Almeno tre, ogni sera, le proposte dolci, curate dallo chef o direttamente dalla titolare.
Insomma, per passare una piacevole serata da queste parti, una puntatina in questa "Osteria con cucina" è consigliabile. Al termine della cena potrete passaggiare per le stradine del centro storico e magari tirar tardi, bevendo ancora qualcosa nei suoi graziosi localini.

Osteria con cucina "'u Cafìsu"
Piazza A. Siciliano, 2-2A
87020 San Nicola Arcella (CS)
Aperto solo la sera

mercoledì 22 luglio 2015

"Un giardino tra mare e terra" a Caserta Vecchia.


Entusiasmante serata quella svoltasi venerdì 17 luglio nel bel giardino del ristorante "Scacchi" di Caserta Vecchia, che ha visto avvicendarsi ai fornelli, oltre alla chef "residente" Marilena Giuliano, altri 5 chef provenienti ognuno da una diversa provincia della Campania, tutti impegnati nell'ambito delle "Alleanze Slow Food" per la ricerca e rivalutazione dei prodotti del territorio campano.
La cena, magistralmente organizzata dal patron Gino della Valle, in collaborazione con la giornalista Laura Gambacorta, ha avuto inizio, nel giardino di ingresso, con un ricco e attento buffet di aperitivo, curato dalla chef Marilena, nel quale sono stati utilizzati diversi prodotti "Slow food", quali i Fagioli di Controne, le alici di Cetara e molti altri.


Solo un "assaggio" del buffet di aperitivo...



Per la seconda fase della serata, i commensali sono stati fatti accomodare a tavola, per gustare le proposte dei vari chef "ospiti". L'antipasto, "Tortino di pesce azzurro con zucchine su passata di pomodoro San Marzano", è stato proposto dal rappresentate del ristorante "Il Cellaio di Don Gennaro".
A seguire i tre primi piatti della serata: "Linguine di Gragnano alla Colatura di alici di Cetara", realizzato dall'"Hosteria di Bacco"; "Fagottino del mio orto", della "Locanda della Luna" e, infine, "Tubettone Grano Armando con patate, fiori di zucca, zucchine, zenzero e cacioricotta del Cilento" de "La Pergola".

 

Il secondo: "baccalà secondo Cieddì", del ristorante "C&D" di Portici.



Ad accompagnare i succulenti piatti dei vari chef, i vini di diverse aziende vitivinicole campane, accuratamente selezionati da Gino della Valle.


Per finire una carrellata di dolci, con piccole e grandi squisitezze della chef "di casa" Marilena, dolci al cucchiaio, fresche granatine di anguria, splendide torte al cioccolato, all'arancia o ai frutti di bosco.

Il momento finale è stato ulteriormente allietato dalla presenza dello chef Nino Cannavale e dai suoi dolci a base di latte di bufala, nonchè dai liquori dell'Antica Distilleria Petrone.


Alcuni momenti significativi della cena delle "Alleanze Slow Food".



In conclusione: la serata è stata un (prevedibile) successo, sintesi tra la qualità delle materie prime, la straordinaria bravura degli chef, la piacevolissima compagnia e la bellissima location, la cui frescura ha reso ancora più gradevole l'evento, specie in un periodo di caldo "infuocato" come quello attuale.

Aspettiamo con ansia la replica, perchè eventi come questo sono imperdibili.

Ristorante Gli Scacchi 
Località San Rocco, strada provinciale per Caserta Vecchia
Caserta Vecchia (CE)
0823.371086  347-8260155

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