domenica 28 giugno 2015

Marmellata di albicocche e vaniglia secondo Ferber, all'ombra del Vesuvio.

Sarà fusion la mia marmellata? Non lo so, ma l'idea di abbinare un prodotto di eccellenza della Campania Felix quale appunto l'albicocca vesuviana e le profumatissime bacche provenienti dal Madagascar mi allettava moltissimo.
Come dite? Non si chiama marmellata, si chiama confettura! È vero, ma chiamarla marmellata per me ha un gusto più familiare, mi ricorda la casa, i profumi di un tempo.
Cosa fa allora una (quasi) foodblogger, appassionata di cucina e affascinata in generale dal mondo del cibo come me? Chiama Pasquale Imperato, che nella sua azienda Sapori Vesuviani alle pendici del Vesuvio, coltiva le meravigliose albicocche vesuviane, prende appuntamento e una bella mattina va a Portici a comprare una cassetta dei meravigliosi frutti, in questo caso albicocche "pellecchielle" del Vesuvio.
Arrivare a casa, mangiare un tot di albicocche una dopo l'altra e iniziare a preparare la marmellata è stato quasi necessario.
L'albicocca del Vesuvio è profumatissima, nonchè dolce, di suo, quindi l'unione con le preziose bacche non fa altro che esaltare e rendere ancor più avvolgenti i sentori già presenti in questi frutti.
Utilizzo il metodo di Madame Ferber, con piccolissime modifiche (e te pareva) in quanto trovo che permetta di ottenere un prodotto dal colore e dal gusto eccezionale, lasciando alla frutta una consistenza perfetta.
Non credete che la mia marmellata abbia il colore del sole?

Marmellata di albicocche pellecchielle e vaniglia secondo Ferber.                           

Marmellata di albicocche "Pellecchielle" e vaniglia del Madagascar secondo Ferber.
1250 gr di albicocche
800 gr circa di zucchero semolato (io circa 700)
il succo di mezzo limone
200 ml di acqua 
una bacca di vaniglia

Lavare e asciugare le albicocche. Una volta private del nocciolo vi ritroverete con circa un kg di albicocche alle quali, a questo punto, potrete aggiungere lo zucchero, il succo di limone, l'acqua e la bacca di vaniglia tagliata. Lasciare a macerare questo composto per circa un'ora coperto con carta forno e dopo questo riposo spostare il tutto in una larga padella dai bordi alti.
L'ideale sarebbe la bassine à confiture, apposita pentola in rame ma se non l'avete (come me) andrà ugualmente bene la padella larga e dai bordi alti che dicevo prima.
Iniziare la cottura e aspettare che il composto prenda il bollore. Dovrà soltanto fremere, non bollire completamente. A questo punto passare il composto in un contenitore, coprirlo con carta forno a contatto con la frutta e lasciare ancora a riposare in frigo fino al giorno dopo.
 La ricetta dopo il riposo di un giorno dice di sbucciare la frutta ma io non l'ho fatto. Ho utilizzato anche un pò di zucchero in meno avendo a disposizione frutti già dolci per natura.
Il giorno successivo riprendere la frutta lasciata a macerare, far scolare lo sciroppo che si sarà formato. Tenere da parte la frutta e far bollire lo sciroppo fino al raggiungimento della temperatura di 105 gradi da controllare con un termometro da cucina. A questo punto aggiungere le albicocche tenute da parte e far sobbollire per circa 8 minuti schiumando se necessario. Trascorso questo tempo fare la prova piattino per vedere se la marmellata comincia ad addensare quindi togliere dal fuoco.
Invasare ancora bollente in vasetti di vetro precedentemente fatti sterilizzare in forno a circa 130 gradi e capovolgere subito dopo la chiusura fino al raffreddamento.
 

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